Giappone. Vescovi: “Non si ripeta più una tragedia come la Seconda Guerra mondiale”

Scritto il 01/07/2025
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“L’umanità grida ed invoca la pace”: lo ha detto Papa Leone XIV durante l’Angelus del 22 giugno in uno dei suoi ripetuti richiami alla “responsabilità” e alla “ragione” rivolti ai “potenti della terra”. Pochi giorni prima ad alzare un tale grido erano stati i vescovi giapponesi attraverso un documento dal titolo “Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari”, pubblicato nei giorni scorsi. “Nel 2025, a 80 anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale – si legge nel documento -, la Conferenza episcopale del Giappone, unico episcopato di un Paese colpito da attacchi nucleari in tempo di guerra, rinnova con forza il proprio impegno per l’abolizione delle armi nucleari. I vescovi portano nel cuore la memoria del dolore e della insopportabile storia vissuta dai cittadini e dai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki”. Parole in continuità con quanto dichiarato nella “Risoluzione per la pace: Nel 50º anniversario della fine della guerra” citata poco prima, quale introduzione alla Dichiarazione: “Avendo sperimentato la potenza distruttiva delle armi nucleari – si diceva nella Risoluzione – abbiamo la responsabilità, quali preziosi testimoni, di continuare a fare appello per la loro abolizione”. Parole che pesano, perché pronunciate da appartenenti ad un popolo che ha vissuto nella carne il terrore nucleare: le città martiri di Hiroshima e Nagasaki non sono solo icone, ma vere e proprie ferite ancora aperte nella memoria collettiva giapponese e per questo i vescovi possono chiedere con autorevolezza che

“una tale tragedia non deve mai più ripetersi!”.

Il messaggio non si limita però a ricordare le centinaia di migliaia di vittime causate dal bombardamento e le sofferenze dovute alle conseguenze sanitarie, ambientali e spirituali che durano tuttora, ma allarga lo sguardo oltre i confini nazionali, alle “vittime indirette” delle armi nucleari, ai cosiddetti “hibakusha globali”, cioè a coloro che subiscono gli effetti dei test nucleari e dell’estrazione dell’uranio. “Di conseguenza – afferma l’episcopato nipponico – lo sviluppo, la sperimentazione, la produzione, il possesso o l’uso di armi nucleari sono eticamente inaccettabili”. Netto anche il rifiuto della “deterrenza nucleare” che espone “l’umanità al rischio concreto di una guerra atomica”. È una logica che i vescovi respingono con fermezza giudicandola inefficace per limitare e scongiurare i conflitti. “Le armi nucleari – sottolinea la Dichiarazione – offendono e stravolgono la vita, il mondo e la dignità dell’uomo che Dio ha creato come cosa molto buona”. Avviandosi alla conclusione, dopo un richiamo all’articolo 9 della Costituzione giapponese che rifiuta l’uso della forza per risolvere le controversie internazionali, segue una accorata esortazione “per la completa abolizione delle armi nucleari al fine di seguire il Vangelo di Cristo, per mirare a raggiungere la pace attraverso il dialogo e a proteggere la vita e la dignità di ogni essere umano”. Sembra essere giunto fino alla Chiesa giapponese il monito del Santo Padre rivolto nei giorni scorsi ai vescovi italiani a “porre Gesù Cristo al centro” ed a “tornare alle fondamenta della nostra fede, al kerygma. Questo è il primo grande impegno che motiva tutti gli altri”.

Con questa ottica hanno quindi senso le quattro azioni concrete che la comunità cattolica nipponica ha individuato ed intende promuovere: diffondere nel mondo la realtà dei bombardamenti e denunciare la disumanità delle armi nucleari, collaborare con organizzazioni nazionali e internazionali per il disarmo nucleare, sostenere i principi del trattato sulla proibizione delle armi atomiche (Tpnw) sollecitando con determinazione il governo giapponese a firmarlo e ratificarlo al più presto, educare e sensibilizzare alla Pace le nuove generazioni.
A conclusione del messaggio un annuncio di speranza:

“Il mondo può scegliere la pace senza armi nucleari”

ed un appello a tutti coloro che aspirano ad un mondo libero da armi atomiche: “Preghiamo e agiamo per realizzare una società pacifica, non attraverso strumenti di distruzione, ma con l’ Amore di Dio che rispetta ogni forma di vita. Impegniamoci per custodire la nostra relazione con Dio, con il prossimo in armonia con tutto il creato”.

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