Quei droni di pace

Scritto il 15/09/2025
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Da settimane sentiamo parlare dei droni, strumenti tecnologici altamente avanzati, capaci di muoversi con comandi a distanza ed attraversare ampi specchi di cielo e di mare, varcare minacciosamente e pericolosamente i confini degli Stati, sganciare ordigni e trasformarsi in moderni kamikaze. I protagonisti dei due conflitti ad alta intensità, come li definiscono gli specialisti, in Ucraina e Striscia di Gaza, ne stanno facendo ampio uso. La parola drone è entrata nell’uso comune e facilmente è collegata ad una minaccia che arriva dal cielo.

Frutti dello sviluppo tecnologico, pensati per superare ostacoli, velocizzare i soccorsi e gli aiuti (basta pensare all’uso che ne fa e ne può fare la protezione civile), essere impiegati nell’opera di prevenzione e vigilanza dall’alto, “fra le cose meravigliose” che oggi l’umanità ha in mano, ma che si trasformano in portatori di morte, strumenti per intimidire e con la sola certezza del bassissimo rischio per chi ne manovra la potenziale capacità di offesa.

La sera del 13 settembre oltre tremila droni sono stati impiegati per uno spettacolo sui cieli di Roma, meglio su piazza san Pietro, per stupire positivamente trecentomila presenti e un pubblico di milioni di telespettatori attraverso le dirette televisive di numerosi Paesi.

I droni hanno danzato, a ritmo di musica, per comporre immagini mozzafiato; una serie di fotogrammi costruiti per rilanciare, insieme a musiche e discorsi, un messaggio di pace e di fraternità tra gli uomini. C’è una tecnologia a servizio della guerra ed una tecnologia a servizio della pace. Lo stesso strumento può salutare cuori in ricerca del bene, della bellezza e della concordia, e può essere portatore di morte. Si può salire su un crinale di un’alta montagna per contemplare la meraviglia e la bellezza del creato e della partecipazione all’atto creativo di Dio oppure camminare in bilico su un abisso che rischia di ingoiare parte dell’umanità, quella più debole e sofferente, al ritmo di un mouse e premendo solo un piccolo pulsante.

Gli uomini, il mondo, hanno bisogno di bellezza, ha detto Leone XIV ad un gruppo di pellegrini umbri, lasciamo sollevare il cuore, la mente e lo sguardo verso l’alto, da droni che portano pace. Nel cielo ancora ne volano tanti, come ad esempio i tanti martiri del terzo millennio ricordati nei giorni scorsi a San Paolo fuori le mura, e questi non sono telecomandati e non tolgono la vita ma l’hanno offerta per amore.

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