Giubileo della Consolazione. “Il cuore di Andrea”, una speranza che nasce dal dolore

Scritto il 15/09/2025
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“Il dolore per la perdita di un figlio ti attraversa in profondità. Ho notato cambiamenti forti. Cambia la sensibilità, cambia l’umore”. Può capitare, ad esempio, di non riuscire più ad andare al mare. “Io adoravo il mare, era il mio ambiente naturale, mi sentivo bene. Ora lo odio. Solo a parlarne mi viene l’ansia”. O di iniziare ad amare, invece, elementi naturali come il vento, che spazza via emozioni enormi che a tratti sembrano ingestibili. “Adesso, quando c’è vento, io rinasco, mi rigenero”. Il dolore cambia e ti cambia. Marialucia Formicola è la mamma di Andrea, 27 anni, giovane sano e sportivo, laureato a pieni voti in Scienze storiche, catechista in parrocchia a Roma. Sognava di fare il giornalista e lo scrittore, aveva anche pubblicato un libro. L’ultimo giorno di marzo del 2017 accusa all’improvviso un malore fatale mentre gioca in un campo di calcio. La diagnosi è imprevedibile e tragica come la sua morte: sindrome del QT Corto, una malattia rara, genetica e asintomatica, con circa 200 casi noti in tutto il mondo. Marialucia ha altri tre figli maschi, oggi di 35, 30 e 25 anni. Poco tempo dopo la scomparsa di Andrea il fratello minore accusa una fortissima fibrillazione cardiaca. “Con la sua morte Andrea ha salvato il fratello – racconta al Sir, in vista del Giubileo della Consolazione -. Eseguendo degli screening per familiarità, gli hanno diagnosticato la stessa sindrome. Operato d’urgenza, gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo ed è stato sottoposto a terapie che lo hanno posto definitivamente fuori pericolo”. Da allora sono molte le vite salvate: almeno il 2,5-3% sui 7.000 screening effettuati grazie all’associazione di promozione sociale “Il cuore di Andrea”, fondata nel 2018 dalla mamma.

E’ la più grande consolazione per lei:

“Questo ci dà senso e ci dà la forza di continuare. Andrea aveva un cuore grande ma non è servito a salvargli la vita. Con la nostra opera riuscirà a salvare altri ragazzi come lui”.

Al centro Marialucia Formicola – (foto: Associazione Il cuore di Andrea)

(foto: Associazione Il cuore di Andrea)

“Quando è nata l’associazione non avevo proprio idea del mondo della cardioprotezione”, dice. Non conoscevo medici, cardiologi, formatori, fornitori di defibrillatori, che ora ci aiutano in maniera speciale. Quando ci penso, mi sembra straordinario quello che è successo”. “Mio figlio ci ha sostenuto molto in questi anni – afferma -, ci ha dato tantissimi segnali della sua presenza e, forse – ma non dovrei dirlo io – anche della sua santità”.

Le attività dell’associazione. L’associazione promuove e finanzia lo studio e la ricerca nel campo delle malattie genetiche del cuore, organizza screening gratuiti e corsi di formazione alle manovre di rianimazione cardio-polmonare, come la manovra di Heimlich. Finora hanno donato a scuole, parrocchie, centri sportivi e centri di aggregazione 42 defibrillatori, altri due sono in consegna a giorni. Alla donazione è sempre affiancata la formazione all’uso, ancora poco diffuso. “La legge prevede che chi presta soccorso non è punibile legalmente”, ricorda. Bambini e giovani dai 3 ai 30 anni sono sottoposti ad elettrocardiogrammi da infermieri e cardiologi che collaborano con l’associazione. L’Università Europea, dove studiava Andrea, ha anche istituito un premio letterario a suo nome, grazie alla collaborazione dei docenti. Le domeniche prima di Pasqua, grazie alla collaborazione di moltissimi volontari, vendono davanti alle parrocchie romane “La Colomba della solidarietà”, per finanziare le onerose attività dell’associazione (un defibrillatore costa molto più di mille euro). L’anno scorso hanno distribuito 3.500 colombe. Intanto la mole di lavoro aumenta: “Ci chiamano anche da altre città. Stanno nascendo strutture che assistono al parto naturale in casa. Ci hanno chiesto un defibrillatore pediatrico”.

“Per me, questa è la prova tangibile della sua presenza, come se mio figlio ci stesse dicendo: ‘Andate avanti, fate qualcosa per gli altri, perché quello che è successo abbia un senso’”.

(foto: Associazione Il cuore di Andrea)

“La fede ci ha aiutato moltissimo, in tutti i sensi e in tanti modi – confida Marialucia Formicola -: momenti di preghiera, supporto spirituale da parte di sacerdoti, amici delle parrocchie Santa Maria Madre della Provvidenza e Santa Maria Regina Pacis a Monteverde. Un sacerdote in particolare ci è stato molto vicino: è venuto a casa nostra, ci ha portato in Terra Santa. Una persona unica”.

Altra forma di consolazione per la mamma è la scrittura: “Sono otto anni e mezzo che scrivo a mio figlio. Lo faccio sia per un mio desiderio personale, sia perché psicologi e psicoterapeuti mi hanno molto incoraggiata in questo percorso. Mi aiuta moltissimo”. Imprescindibile il sostegno degli altri tre figli, sia a livello pratico, sia affettivo. Lutti gravi come la morte dei figli, è noto, mettono in crisi le coppie più collaudate, anche a distanza di tempo: “Ora stiamo cercando di ricostruire ma è molto doloroso e difficile. Ho visto che col passare del tempo è quasi peggio, perché subentrano dinamiche diverse”.

Andrea – (foto: Associazione Il cuore di Andrea)

Il dolore cambia. Negli anni, conclude, “è cambiato il modo di sentire il dolore, di affrontare le cose. In certe cose sono molto più fragile di prima, in altre sono più forte”. Il confronto con altre mamme che hanno vissuto lutti simili, “mi ha aiutato molto. Perché mi sentivo ‘sbagliata’ nel non riuscire a superare certe emozioni, certi blocchi. Invece ho capito che è umano e ho iniziato a cercare situazioni che mi facessero bene. Adesso non vado più al mare. Solo montagna o campagna”.

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