È stato al suo fianco per anni, prima come procuratore, poi come vicario generale e infine come suo successore alla guida dell’Ordine di Sant’Agostino. Nel giorno del compleanno di Papa Leone XIV, padre Alejandro Moral Antón rievoca un legame personale e fraterno con l’attuale Pontefice, fatto di ascolto, lavoro condiviso e vita comunitaria. Dalle esperienze vissute all’orizzonte della pace, l’intervista si fa anche augurio: “Lo Spirito è presente e continuerà a sostenerlo”.
Avete condiviso molti anni di servizio. Che ricordo conserva di quel tempo vissuto fianco a fianco?
È stato un periodo prezioso. Sua Santità, l’allora priore generale padre Robert Prevost, è una persona schietta, accogliente, alla mano.
Con lui si poteva affrontare con naturalezza tanto la vita quotidiana quanto le questioni dell’Ordine.
Era piacevole condividere il tempo e dialogare. Nel 2004 mi chiese di assumere l’incarico di procuratore: lo sono stato per nove anni. In quel periodo riuscimmo finalmente a ottenere l’approvazione del Messale proprio dell’Ordine, che da tempo attendeva di essere riconosciuto. E ricordo un particolare.
Quale?
Durante i suoi viaggi, si occupò personalmente della traduzione in inglese delle lunghe preghiere delle letture. Era sempre molto attento, non soltanto a livello teorico, ma anche nella cura concreta delle necessità.
Vi lega anche una vicinanza generazionale…
Abbiamo la stessa età. Lui è più giovane di qualche mese, e spesso me lo ricorda con un sorriso. Per i miei 70 anni è venuto a festeggiarmi.
(Foto ANSA/SIR)
Si incontrerà con lui oggi?
Non credo. Sarà una giornata particolare, segnata da molte visite e auguri. Forse ci sarà un momento successivo, più riservato, per ritrovarci con calma.
All’apertura del Capitolo generale, Papa Leone XIV ha consegnato tre parole: ascolto, umiltà e unità. Come le ha accolte?
Le ho trovate profondamente vere, e le condivido in pieno. Se sappiamo ascoltarci, possiamo costruire; se invece prevale la chiusura, si apre la strada al conflitto, che non produce mai frutti.
L’umiltà è una condizione essenziale: sant’Agostino diceva che senza umiltà non si può andare avanti. A volte è necessario rinunciare a qualcosa per ricevere molto di più.
E l’unità è il cuore del nostro carisma: vivere in comunione, non come somma di individui, ma come comunità. Queste tre parole interpretano con lucidità sia la nostra vita che la missione dell’Ordine.
Viviamo un tempo attraversato da conflitti e tensioni. In un mondo che fatica a trovare la pace, che ruolo può avere il Papa?
Sua Santità rappresenta una guida credibile perché non persegue interessi personali, ma cerca sempre il bene di tutti, nel segno della fraternità.
È una voce profetica che dobbiamo imparare ad ascoltare.
Insiste continuamente sul tema della pace, e spero che questa insistenza riesca a toccare i cuori e a provocare una vera conversione. Io stesso, ispirato dal suo esempio, prego ogni giorno per la pace.
È un tema che la coinvolge anche personalmente…
Sì, sono stato incaricato di seguire le tematiche legate alla giustizia e alla pace. Ho sempre creduto che il primo passo sia guardarsi dentro e domandarsi: “Sono davvero un uomo di pace?”. Non sempre lo siamo, e per questo occorre un lavoro interiore profondo. Anche Papa Francesco mi sollecitò a intavolare un dialogo con alcune persone su questo fronte. È un compito difficile, perché spesso restiamo bloccati nelle nostre convinzioni: “questo è mio”, “tu mi devi questo”. Da lì nasce l’odio, e l’odio genera guerra. L’egoismo è l’antitesi dell’unità. Ma non possiamo smettere di sperare.
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
Il Capitolo ha scelto come nuovo priore generale l’americano Joseph Farrell. Quale consegna sente di lasciare a chi le succede?
Ritengo che l’elezione di Papa Leone XIV sia stato un dono provvidenziale per l’Ordine. Con le sue parole e il suo stile ci invita a riflettere e a tornare all’essenziale.
L’unità, che ci ha indicato come via maestra, significa comunione, comunità, fraternità. È questo che ci consentirà di proseguire nel cammino di rinnovamento.
Lo Spirito ci chiama a vivere in un certo modo, mentre il mondo spesso ci spinge altrove. Io scelgo lo Spirito: altrimenti non sarei religioso. Mi auguro che l’Ordine sappia ascoltare, dare testimonianza, e attrarre attraverso la bellezza di questa vita.
Vuole rivolgere un augurio al Papa per il suo compleanno?
Gli auguro la grazia di Dio, la forza dello Spirito, e quella vita nuova che viene da Lui, affinché possa continuare a costruire un mondo rinnovato. Sono certo che lo farà: lo Spirito è presente e continuerà a sostenerlo.
E sugli agostiniani può sempre contare?
Certamente. Tutti noi vogliamo bene al Papa, anche sul piano personale, e lui sa di poter contare su ciascuno di noi. L’Ordine sarà sempre pronto ad offrire il proprio aiuto. Questo vale per ogni Pontefice, ma oggi, con un Papa agostiniano così speciale, sentiamo ancora di più la forza di questa vicinanza. E in verità è lui che sta aiutando noi, tantissimo.