Il sequestro dell'immobile di Askatasuna rischia di diventare il detonare della giunta di Stefano Lo Russo al Comune di Torino, perché il caso sta mettendo in luce le diversità incolmabili tra le sue componenti, che vanno da Avs al centro. Nello specifico, a far sobbalzare sulle seggiole della maggioranza i centristi è stata la presenza dell'assessore comunale alle Politiche sociali, Jacopo Rosatelli, che si trovava con lì con anche la capogruppo regionale Alice Ravinale e il deputato parlamentare Marco Grimaldi.
Che il corteo avrebbe assunto una piega pericolosa lo si sapeva da giorni, così come si sapeva che sarebbe stato partecipato dalle frange più estreme. Eppure, gli esponenti di punta di Avs in Piemonte hanno deciso di esserci e di fornire copertura politica a quel corteo, per quanto va detto che dei tre, quando ci sono stati gli scontri, si sono perse le tracce. Si è rivisto solo Grimaldi, dopo qualche ora, nel momento in cui il corteo era terminato e si chiedeva di rompere i blocchi di polizia per lasciar defluire i manifestanti dal ponte della Gran Madre.
Le prossime ore potrebbero essere decisive a Torino per la maggioranza: quel che è in dubbio non sono i numeri della tenuta della giunta, che reggono, ma la sua condizione per arrivare indenne al traguardo delle prossime elezioni nel 2027. Askatasuna sarebbe dovuto essere uno dei tasselli per presentare una città nuova e rinnovata agli elettori ma il progetto è naufragato a causa della rottura del patto da parte del centro sociale, che non ha mai liberato lo stabile, continuando a occuparlo anche nelle zone inagibili, nonostante la dismissione dell'occupazione era uno dei capisaldi del progetto.
Dall'altra parte, la minoranza del centrodestra esulta per lo sgombero, avvenuto dopo 29 anni, che ripromette di portare la legalità in città. E soprattutto mette l'accento sullo stridere della presenza di rappresentanti istituzionali alla manifestazione che ha visto il ferimento di 11 agenti e vere e proprie scene di guerriglia in città. Il sindaco Lo Russo è fortemente sotto pressione interna ed esterna, oltre che da parte degli stessi antagonisti che lo definiscono un "infame" per aver permesso, a loro dire, il sequestro dello stabile.
"L'Askatasuna era occupato abusivamente da 30 anni e lì vi trovavano dimora persone che si sono contraddistinte per assalti ripetuti ai cantieri della Tav e per azioni anche al di fuori dei confini della città da Torino. Non capisco per quale motivo doveva esserci cautela", ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi all'Aria che tira, in onda su La7. "La polizia giudiziaria aveva ottenuto dall'autorità giudiziaria dei mandati di perquisizione dopo i noti fatti dei giorni precedenti. Così è stato accertato che queste persone, in violazione agli accordi che avevano con il Comune che aveva concesso l'utilizzo del bene, occupavano spazi che non erano non era legittimo occupare", ha proseguito, sottolineando che "anche per motivi di incolumità delle persone, è scattata la revoca della disponibilità da parte del Comune".
