I valori liberali offesi dai centri sociali

Scritto il 22/12/2025
da Luigi Tivelli

Indro Montanelli e il gruppo di fondatori di questo giornale si ritrovavano proprio sulla base dei valori fondanti dello Stato Liberale: tutela della libertà, della proprietà, della sicurezza e giustizia giusta.

Ebbene, fenomeni come quello degli assalti alla città di Torino promossi dal centro sociale Askatasuna e fenomeni analoghi da parte di qualcuno degli altri tra 126 centri sociali attivi in Italia, configurano invece ferite fondamentali a questi valori. Cosi come Askatasuna, vari si presentano infatti più come centri asociali o antisociali che come centri sociali.

Larga parte di questi troppi centri, cosiddetti, sociali sono infatti collocati in immobili su cui non possono vantare veri diritti, spesso illegalmente occupati. Vuoi che siano di proprietà pubblica vuoi che siano di proprietà privata. Di qui il vulnus al valore fondamentale della proprietà tutelato dalla Costituzione.

Quanto al valore e fattore della sicurezza, oggi le ferite maggiori sono a Torino ma in altri momenti si ritrovano a Roma, Bologna o in altre città. Non solo per il vero e proprio assalto alle forze dell’ordine, che lascia sul campo spesso feriti, ma quanto alla ferita che da ciò consegue al senso di sicurezza dei cittadini che, in vari casi involve in insicurezza e paura.

Per ciò che concerne il valore della libertà, si registra una doppia ferita. Quella per cui non può essere più ammessa per vari dei soggetti che operano nei centri sociali o insieme ad essi, la libertà di delinquere.

L’altra ferita consiste nelle ripetute e gravi offese alla libertà di movimento e ad altre libertà fondamentali dei cittadini.

Si pone poi la questione del valore e del fattore giustizia. Troppo volte sin qui i troppi malfattori dei centri sociali non sono stati assicurati come meritano alla giustizia. Troppe volte tutto si risolve con qualche schedatura e con qualche ora passata in questura.

Ora per fortuna il ministro dell’interno Piantedosi e le forze dell’ordine hanno acceso un faro più efficace su questi centri sociali che in vari casi si rivelano covi di malfattori. Specie negli ultimi mesi, infatti la miscela fra le tipiche azioni di rivolte e di protesta di certi centri sociali (spesso in collegamento con le troppe lotte e manifestazioni per Gaza e pro Pal) e certi scioperi proclamati da single sindacali estremiste, genera un cocktail ormai da tempo imbevibile, che attenta appunto ai valori fondanti di una democrazia liberale. Da quello della sicurezza a quello della libertà, da quello della proprietà a quello della giustizia. E ciò troppe volte avviene con connivenze o strizzate d’occhio o silenzi assordanti da parte della nostra sinistra. A Torino hanno partecipato ai cortei di Askatasuna ad esempio vari esponenti di Avs.

Nella sinistra, ubriacata dalla cultura e pratica piazzaiola di Schlein e Landini, c’è infatti qualche forma di connivenza, troppi silenzi assordanti, anche nella speranza che dai centri sociali promani un allargamento della base elettorale.

Nella seconda metà degli Anni ’70 l’allora Pci era molto fermo e duro rispetto a fenomeni di questo tipo. Ma per certi aspetti, purtroppo, Schlein non è Berlinguer e Landini non è Luciano Lama.