La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, questa mattina ha visitato il Comando operativo di vertice interforze (Covi), partecipando ad un collegamento in videoconferenza per rivolgere gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali. Ha approfittato dell'occasione per esprimere alcune considerazioni sul ruolo del governo negli scenari geopolitici internazionali. "L'Italia è ascoltata perché rappresentiamo un Paese autorevole e forte".
"È la forza degli eserciti e la loro credibilità - afferma il capo del governo - lo strumento più efficace per combattere le guerre. Il dialogo, la diplomazia, le buone intenzioni certo servono ma devono poggiare su basi solide".
"Incutere timore al punto da distogliere"
Nel suo discorso ai militari la premier fa un excursus storico interessante: "Alla fine del IV secolo d.C., Publio Flavio Vegezio Renato scrive: 'Igitur qui desiderat pacem preparet bellum', diventa poi il più famoso: 'Si vis pacem para bellum'. Cioè, chi vuole la pace prepari la guerra. Il punto è che il suo non è, come molti pensano, un messaggio bellicista, tutt'altro. È un messaggio pragmatico. Il senso è che solo una forza militare credibile allontana la guerra. Perché la pace non arriva spontaneamente - prosegue Meloni - la pace è soprattutto un equilibrio di potenze. La debolezza invita l'aggressore, la forza allontana l'aggressore. L'etimologia della parola 'deterrenza' - prosegue - arriva dal latino e significa 'de', cioè 'via', 'da', e 'terrere', cioè 'incutere timore'. Il senso della parola 'deterrenza' è 'incutere timore al punto da distogliere. È la forza degli eserciti e la loro credibilità lo strumento più efficace per combattere le guerre. Il dialogo, la diplomazia, le buone intenzioni certo servono, ma devono poggiare su basi solide. Quelle basi solide le costruite voi, le costruite voi con il vostro sacrificio, con la vostra competenza, con la vostra professionalità, con il vostro coraggio, e se noi riusciremo a portare a riportare pace, che è chiaramente l'obiettivo più grande che abbiamo in questo tempo, sarà grazie a voi".
"Militari italiani invocati ovunque per il loro cuore"
"Io sono qui stamattina, sotto Natale, per dire grazie a nome della vostra madre patria, cioè della famiglia che racchiude tutte le famiglie, l'Italia. Perché l'Italia da sempre non è un Paese come gli altri nella sua capacità di offrire i propri sforzi di pace. La nostra nazione è il primo contributore europeo alle missioni Onu, il primo contributore delle missioni dell'Ue, il secondo contributore alle missioni in ambito Nato, ma non sono numeri". E prosegue: "Il tema qui non è quanti sono gli uomini e quante sono le donne, il tema è perché. Il tema è che questo sforzo che l'Italia fa racconta chi siamo. Noi siamo richiesti apprezzati, invocati ovunque, perché noi sappiamo combinare capacità e umanità, forza e amore, perché sappiamo come combattere ma conosciamo meglio di chiunque altro cosa si debba fare perché non si arrivi a dover combattere - ha aggiunto -. Noi abbiamo coraggio, parola che viene sempre dal latino, cor, cuore. È il cuore che in noi fa la differenza. È il cuore che ci consente di vedere anche oltre la logica amico-nemico, che ci fa entrare in empatia con ogni popolo, è la capacità che abbiamo avuto di gettare quel cuore oltre l'ostacolo che ci ha fatto resistere anche nei territori più complessi e difficili. Quel cuore, il vostro cuore, determina dal mio punto di vista la parte più significativa dell'autorevolezza e della credibilità della nostra nazione"
