Modric e... furia Max

Scritto il 15/09/2025
da Franco Ordine

Decide il croato mentre i compagni sbattono su quattro pali. Nel finale il Var nega un rigore ai rossoneri: rosso ad Allegri

Se quattro pali vi sembran pochi, allora non è il caso di meravigliarsi dello striminzito 1 a 0 del Milan sul Bologna perché meriterebbe un punteggio molto più largo e convincente. Segno di un calcio concreto e pulito, in qualche ripartenza anche spettacolare, indirizzato dal talento straordinario di Luka Modric, autore del sigillo decisivo e un autentico mattatore. Gioca proprio bene il Milan di Allegri e il Bologna non è capace di procurargli affanni perché difende con le unghie e con i denti nonostante il ko di Maignan e la rinuncia a Pavlovic dopo l'intervallo. Che non si parli di corto muso.

Quattro mesi dopo la finale di coppa Italia che tolse al Milan il trofeo stesso oltre che la partecipazione alle coppe europee, rieccoli di fronte avvinghiarsi con circospezione Milan e Bologna. Allegri, a causa di assenze e ritorni ritardati dalle nazionali, disegna un 4-4-2 molto razionale mentre Italiano risponde con la mossa annunciata, Fabbian sulle piste di Modric che non sembra soffrirne particolarmente e con il palleggio ritmato da dietro per tentare di liberare il proprio attacco. A dire il vero è il Milan a farsi subito vivo con un paio di sortite dei suoi centrocampisti al tiro (in un caso la trattenuta di Zortea su Rabiot lanciato in area procura qualche malumore), deviati in angolo, e con Estupinan che a metà frazione coglie il palo lontano di Skorupski, imitato a fine tempo da Gimenez (su angolo di Modric, deviazione di testa di Loftus-Cheek ripresa dal messicano). L'unico rischio corso dal Milan nasce da una pessima rimessa laterale con palla finita a Cambiaghi in gol ma in netto fuorigioco. Piuttosto, durante l'intervallo, sono i tre gialli collezionati dal Milan a preoccupare Allegri (Estupinan, Tomori e Saelemaekers) e a suggerirgli la prima sostituzione che però riguarda Pavlovic (per motivi fisici) per il debutto De Winter.

La ripresa comincia male per il Milan con una seconda sostituzione non prevista: Mike Maignan, tradito dal solito polpaccio, si accascia a terra e dalla panchina deve alzarsi il suo vice, Terracciano. Il Bologna palleggia, il Milan cerca la profondità negli spazi. E se Gimenez cicca il sinistro da buona posizione, poi dopo l'ora di gioco il triangolo Modric - Loftus-Cheek - Saelemaekers porta davanti i rossoneri grazie all'assist del belga per il croato che di sinistro firma il suo primo gol della stagione alla bella età di 40 anni appena compiuti e lo stadio diventa una bolgia autentica perché qualche minuto dopo Ricci, appena entrato, colpisce il terzo palo della serata. I cambi di Italiano in sequenza riportano in Italia Bernardeschi più Miranda, Odgaard e Rowe, l'amico di Rabiot e Dallinga. Il quarto palo della serie è ancora di Gimenez, su perfetto lancio, ma questa volta è più un errore del messicano incapace di effettuare lo scavetto sull'uscita di Skorupski. Marcenaro, l'arbitro insicuro e sbadato, prima assegna il rigore su Nkunku, poi richiamato al Var lo cancella ignorando il primo fallo e Allegri - paziente su precedenti episodi - si toglie la giacca per protesta e viene espulso andando a muso duro contro il quarto uomo.