Il segreto della vita per chi è stato campione è non provare mai emozioni sconvenienti. Amari saluti e dolci baci per Gimbo Tamberi, eliminato nelle qualificazioni del salto in alto e Marcello Jacobs, fuori nelle semifinali dei 100, con un tempo (1016) che, come ha detto lui, non faceva neppure quando saltava anche in lungo. Mentre l'Italia dell'atletica si inginocchiava nello stadio dei brividi olimpici, per dire ai due grandi campioni di quelle olimpiadi senza pubblico, che saranno per sempre nel nostro cuore. Pazienza se alla fine di una stagione balorda decideranno che è venuto il tempo per stare più in famiglia e, magari, lavorare ancora per il bene della nostra atletica. Ci serviranno come dirigenti, magari come allenatori, sarebbe bello se intanto riuscissero a convincere Larissa Iapichino che soltanto chi cade può risorgere. Sarebbe bello se Gimbo desse una carezza al ventenne milanese Matteo Sioli unico a scavalcare il muro per andare in finale. La stessa cosa dovrà fare Jacobs anche se dovesse fare le valigie prima della staffetta: chi andrà in pista avrà bisogno di quella carezza, come la nostra sprinter Dosso che in semifinale ha perso brillantezza. L'atletica, unico vero sport dove davvero trovi tutto il mondo, sa essere anche crudele. Lo ha detto al fenomeno norvegese Ingebrigtsen e alla Iapichino. Larissa se ne è andata senza capire. I nostri due campioni guarderanno dalle tribune. Tamberi come capitano, Jacobs sapendo che la staffetta avrà bisogno di sentirlo ancora nella squadra come nei giorni splendidi quando Tokio ci sembrava meno umida. Jacobs ha confessato che si sta domandando da tempo se vale ancora la pena soffrire in questo modo. Tamberi, nell'amarezza, ha promesso di pensare magari all'europeo del prossimo anno, sperando che possa essere il trampolino per arrivare davvero alle Olimpiadi di Los Angeles, il suo vero record da battere. Ascoltino il loro cuore e non quello di chi li vorrebbe sulla giostra per guadagnare ancora, magari soltanto con la pubblicità, lo stesso mondo, per capirsi, che ha circondato Sinner e adesso sembra ripensarci soltanto perché non è più il numero uno.