Il presidente statunitense Donald Trump intensifica le critiche verso il governo nigeriano, dopo aver annunciato la designazione della Nigeria come “country of particular concern” per le violazioni della libertà religiosa. In una dichiarazione diffusa sui suoi canali social, ha chiesto al governo di Abuja di fermare quella che ha definito "una macelleria" contro i cristiani, minacciando la sospensione degli aiuti statunitensi e, secondo alcuni resoconti, l’eventuale preparazione di opzioni militari.
Trump ha sostenuto che il cristianesimo è di fronte a una minaccia esistenziale in Nigeria e ha accusato gli estremisti islamici di essere responsabili delle violenze. Alcuni suoi alleati politici hanno rilanciato la cifra di oltre settemila cristiani uccisi nel 2025, ma il dato non è stato verificato da fonti indipendenti e proviene in gran parte da organizzazioni di pressione e ambienti religiosi conservatori statunitensi.
Il Paese è teatro di attacchi di gruppi jihadisti come Boko Haram e dello Stato Islamico dell’Africa Occidentale, ma anche di scontri tra pastori e agricoltori nel cosiddetto “Middle Belt”, dove la competizione per le risorse si intreccia con fattori etnici e identitari. Diversi osservatori invitano alla cautela nel ridurre questi fenomeni a una sola matrice religiosa e sottolineano come le narrazioni polarizzate rischino di oscurare le cause socio-economiche e ambientali alla base delle violenze.
Da Abuja, la risposta è stata immediata. Il presidente Bola Ahmed Tinubu ha definito le affermazioni di Trump "inaccurate e fuorvianti", ribadendo che la Nigeria resta impegnata nella tutela della libertà di culto e nella lotta contro il terrorismo e la criminalità armata che colpiscono comunità di diverse fedi. Il governo ha dichiarato di essere pronto a collaborare con i partner internazionali, ma ha respinto con fermezza ogni accusa di genocidio o persecuzione sistematica dei cristiani. "La Nigeria si oppone alle persecuzioni religiose e non le incoraggia", scrive Tinubu in un comunicato dove afferma che il Paese "si erge fermamente come una democrazia retta da garanzie costituzionali di libertà religiosa". "La caratterizzazione della Nigeria come intollerante dal punto di vista religioso non riflette la nostra realtà nazionale, né tiene conto degli sforzi costanti e sinceri del governo". "La nostra amministrazione - conclude Tinubu - è impegnata a lavorare con il governo degli Stati Uniti e la comunità internazionale per approfondire la comprensione e la cooperazione nella protezione delle comunità di tutte le fedi".
