Comizio choc, Hannoun sfida il Daspo

Scritto il 02/11/2025
da Alberto Giannoni

Il leader anti-Israele alle porte di Milano attacca il governo e la "lobby sionista"

Hannoun alza il tiro. Il leader pro Pal si presenta alle porte di Milano, sfida il "Daspo" del questore, insulta il governo ("servi della lobby sionista") attacca la piazza degli amici di Israele e annuncia: "Sono tranquillo e sono deciso ad andare avanti". E ora Fdi e Lega chiedono a gran voce la sua espulsione.

Mentre in Medio oriente un'esile speranza di tregua resta in piedi, appesa a un filo, infatti, nelle strade italiane la mobilitazione anti-Israele è sempre più oltranzista, e non accenna a fermarsi, in effetti.

E così si rifà vivo il presidente dell'Associazione dei palestinesi in Italia, che da pochi giorni è stato raggiunto da un "foglio di via" - il secondo di questo genere - che gli impone di non "mettere piede" a Milano per un anno. Il provvedimento preventivo è stato emesso dalla questura dopo le dichiarazioni del 18 ottobre, in cui ha parlato in questi termini delle esecuzioni a sangue freddo viste a Gaza: "Chi uccide va ucciso. Perché piangere per questi criminali". La frase è riportata anche nel foglio di via. Ed è ancora fresco, l'inchiostro di quella misura preventiva - notificatagli a Linate insieme a una denuncia per "istigazione alla violenza" - e lui si presenta a pochi metri dal "confine" col capoluogo, a Sesto Rondò e va all'attacco, sulla misura: "È un'ammonizione del governo Meloni - dice il diretto interessato a margine dell'evento - non ad Hannoun persona, ma al corteo costante che da due anni non si è mai fermato nella città di Milano, così da fare pressioni su di noi che abbiamo sconfitto sia la lobby sionista sia la narrativa del governo nazifascista italiano". Annuncia quindi un ricorso: "I miei legali sono già al lavoro".

L'ossessione per il "sionismo" e per lo Stato ebraico resta il filo conduttore della sua invettiva. Liquida la manifestazione di giovedì a Roma (promossa da SetteOttobre con amici di Israele e Comunità ebraiche). Definisce "parlamentari sionisti" i politici che hanno aderito, e bolla l'esecutivo come "servo della lobby sionista".

Dipinge Israele come uno Stato "razzista" e "sionista" da "sempre". E, nel tentativo di demonizzare lo Stato ebraico, si avventura pure in una disamina storica, fino alla "dichiarazione Balofour", la storica lettera con cui il governo britannico, dopo la fine della Prima guerra mondiale - garantiva di guardare con favore alla creazione di un "focolare nazionale" per il popolo ebraico in Palestina. "Dichiarazione maledetta" la chiama, e aggiunge che è stata "aggiornata da Trump".

"Saranno sconfitti" proclama. E liscia il pelo alla narrazione "woke", assicurando che il movimento è contro "il colonialismo", "l'imperialismo" e il nazionalismo", e sta "dalla parte giusta", quella del popolo palestinese", la "parte dell'umanità". "Restiamo umani", il motto, garantisce.

Torna quindi sulle vendette sulle strade di Gaza. "Noi siamo per il rispetto di qualsiasi vita umana - premette -anche dei collaborazionisti, anche degli israeliani" ma poi spiega che cose simili sono accadute "in tutte le rivoluzioni". Anche con "i nostri partigiani" - li chiama così. "Quante esecuzioni rivoluzionarie? Quanti processi rivoluzionari? Decine di migliaia. Processati per strada". Chiama "partigiani" i miliziani e si fa probabile interprete - pure lui - di un nesso fra la resistenza al fascismo e l'Intifada. "Il governo Meloni ha il coraggio di dire che i partigiani sono criminali? - provoca - magari perché sono fascisti".

Intanto "Potere al popolo Milano", che nei giorni scorsi ha difeso Hannoun parlando di un provvedimento di "fascismo sionista", oggi sta contestando un evento previsto per il 4 novembre e dedicato a Yitzhak Rabin - uomo della Pace per antonomasia e Nobel per gli accordi di Oslo. "Una inaccettabile iniziativa" dicono i comunisti dell'evento organizzato dalla "Sinistra per Israele" con le previste conclusioni del presidente Emanuele Fiano, già contestato dai collettivi all'università di Venezia.