Uno contro tutti. Così parlò Carmelo (al "Costanzo Show")

Scritto il 02/11/2025
da Luigi Mascheroni

Le sue due "apparizioni" fanno parte della storia della tv. Tra grande arte, insulti e provocazioni

«Sputate sulla libertà! E sui tribuni della libertà, soprattutto. Liberatevi della libertà!».

«Lo Stato è un abuso di potere continuato!».

«Cosa garantisce la democrazia che una dittatura non possa garantire? Garantisce la invivibilità della vita. NON RISOLVE LA VITA! Chi sceglie la democrazia sceglie la libertà, chi sceglie la libertà SCEGLIE IL DESERTO! Ma la democrazia non è niente, è mera demagogia».

«MALEDETTE LE CASE, LE FAMIGLIE, LE MOGLI, I PADRI, I FIGLI, LO STATO, L'ANIMA... Tutto quanto! Vogliamo farla finita con la fine? FACCIAMOLA FINITA CON QUESTA FINE!».

«Non fingo di interessarmi ai problemi della patria, dell'Europa... Me ne fotto dei popoli, ecco!».

«Bisogna chiudere le scuole! L'istruzione obbligatoria!. Ma cos'è? La Siberia? Ma perché bisogna istruirsi? Su che cosa? E poi chi deve istruirmi? Lo Stato? Chi l'ha eletto?».

«L'Italia è un condominio di piattume e di piattole rompicoglioni e insensate e squallide, insignificanti...».

«IO DETESTO L'UOMO! O SIA EBREO, O NEGRO, SPORCO, O CINESE! MI FANNO SCHIFO GLI UOMINI! L'AVETE CAPITO?».

«Crepi la democrazia! Crepi la Repubblica! Crepi il Presidente della Repubblica» (che all'epoca era Oscar Luigi Scalfaro. E il pubblicò applaudì...).

E poi Carmelo Bene urlò:

«QUI C'È TROPPA PUZZA DI DIO!».

Puzza di santità e profumo di demonio, le due puntate speciali del Maurizio Costanzo Show dedicate all'Uno contro tutti di Carmelo Bene - era il 27 giugno 1994 e poi il 23 ottobre 1995, dal Teatro Parioli in Roma - sono nell'albo d'oro della storia della televisione. Un qualcosa che già il giorno successivo - i due show andarono non Bene, benissimo - scatenò le proteste dei telespettatori che tempestarono i centralini della trasmissione; che fece insorgere destra e sinistra, fascisti e comunisti, femministe e cattolici; che ebbe repliche e citazioni; che girò in videocassetta; che è entrato nei manuali di storia della neotelevisione; che da anni furoreggia su Youtube; che è stato sminuzzato in reels e highlights che girano sui social; e che adesso è finito dentro un libro. Eccolo: Carmelo Bene - Maurizio Costanzo Nessuno contro tutti. Carmelo Bene al «Maurizio Costanzo Show» (Luni editrice, pagg. 288, euro 25; a cura di Annalisa Presicce) in cui troverete la trascrizione integrale e fedele di entrambe le puntate, con tutte le domande degli ospiti-vip in platea, saggi critici (che Carmelo Bene odiava) e un sontuoso apparato di note che contestualizzano gli interventi, sia dell'Uno (Carmelo Bene, santo mancato, delinquente cattolico, eretico e Dongiovanni, blasfemo e teatrale, folle lucidissimo), sia di Maurizio Costanzo (che introduce, spiega, ripete, dirige il traffico intellettuale del Parioli e mostra la copertina del libro di Carmelo Bene a favore di telecamera, quando ancora la cosa faceva vendere qualche migliaia di copie il mattino dopo...), sia di «tutti», cioè, tra gli altri: Roberto D'Agostino (e la sua celebre domanda «Se Lei non esiste, perché si tinge i capelli?»), Maria Latella, Sonia Cassiani (ve la ricordate, l'opinionista vergine?), Ugo Volli, Roberto Cotroneo e Franco Citti, nella puntata del '94; e Marco Giusti, Bruno Zevi, Sandro Veronesi, Pietrangelo Buttafuoco,

Giordano Bruno Guerri e persino Elsa De Giorgi con tutto il suo carico calviniano, in quella del '95.

Un po' salotto mondano, un po' teatro-dinamite, un po' seduta di psicoanalisi nazionale, un po' circo, un po' rissa intellettuale, l'Uno contro tutti di Carmelo Bene resta un non-evento memorabile. Del resto, lui continua a ripetere «Io non esisto» o «Io sono classico».

Carmelo Bene nelle quattro ore complessive dei due show è dispotico, geniale, beffardo, insopportabile, egocentrico, misogino, reazionario, cinico, impietoso, eroico: «NON ME NE FOTTE NULLA DEL RUANDA e lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite». Oggi fuori dal teatro Parioli ad aspettarlo col randello ci sarebbero quelle di «Non Una Di Meno», Fabio Fazio, Stefano Massini ingrugnito e tutti gli artisti che per far parlare di loro - tra red carpet, grandi hotel, outfit sponsorizzati, cocktail e lamentele - devono fare appelli, rivendicare l'impegno, ricordare a tutti da che parte stanno. Come direbbe molto bene Bene: «Siete tutti degli zombi!».

Carmelo Bene - una primadonna, secondo a nessuno, che parla anche in terza persona - grida, sorride, irride, insulta, liscia il pelo, sommerge l'avversario di citazioni (Deleuze, Lacan, Derrida, Cioran, Céline...), demolisce certezze, ribalta codici e scardina valori condivisi: sulla democrazia, la morale, l'arte, la famiglia, la coscienza civile, il «buon senso comune». E in realtà quello che va in scena, anzi fuori, è un grande «Uno contro tutto».

«Consigli per gli acquisti!».

«Acquistate un cazzo».