Nell’ottobre appena trascorso sono successe così tante cose sul piano della politica interna e internazionale, che è finita in secondo piano una ricorrenza della massima rilevanza: i cento anni dalla nascita di Margaret Thatcher (1925-2013). Questa donna straordinaria, uno dei più rilevanti statisti occidentale della seconda metà del ’900 rimane ancora oggi un esempio insuperabile di leadership che non prende il comando per il puro gusto di comandare (cosa che pure senz’altro aveva!), né per accrescere il potere del suo governo ma, anzi, per ridurre l’invadenza che quel governo esercita sui cittadini.
Per celebrare l’evento Liberilibri ha pubblicato un testo dal titolo assolutamente inequivocabile La donna che ha cambiato il mondo a cura di Luca Bellardini. L’incidenza della Thatcher sulla storia dentro cui ancora oggi noi siamo, è difficilmente calcolabile e la sua eredità va celebrata e recuperata proprio perché, nell’attuale spaesamento politico europeo, costituisce ancora un faro che indica la via. Come scrive il curatore nella nota introduttiva: «La riscoperta del pensiero e dell’azione di Margaret Thatcher è quanto mai essenziale oggi, allorché il conservatorismo sta finalmente riottenendo un posto di primo piano tra le piattaforme politiche su cui i cittadini delle maggiori democrazie sono chiamati a esprimersi; oggi che l’Occidente ha più che mai bisogno di essere unito contro l’aggressività delle autocrazie; oggi che la prospettiva di uno Stato limitato, snello ma forte, rispettoso dell’autonomia privata e governato con responsabilità – senza sussidi a pioggia, senza appesantire il fardello del debito per le generazioni future – riceve nuova linfa proprio dall’Argentina di Javier Milei, mostrando che nel lungo periodo le buone idee hanno più successo delle armi».
Il libro, attraverso i saggi di alcuni dei massimi conoscitori delle politiche della Lady di Ferro, percorre la carriera politica della politica britannica prendendo in esame non solo la sua biografia ma soprattutto la sua azione politica. Viene mostrato come sia stata in grado di mutare la direzione di un Paese che si era avviato sulla strada di un grossolano socialismo che stava spegnendo per intero le forze propulsive di una nazione che, solo fino a pochi decenni prima, era ancora l’impero più vasto del mondo. Al centro delle politiche della «figlia del droghiere» c’era un’idea straordinariamente concreta di libertà che si realizzava nella volontà di mettere in condizioni ogni individuo di poter valorizzare al massimo le proprie capacità personali, di poter sviluppare la propria individualità per realizzare il meglio di sé. In questo senso va compresa la celebre affermazione thatcheriana secondo cui non esiste la società ma solo gli individui.
La società è un’entità astratta, spesso niente altro che l’oggetto dei discorsi di politici che vogliono ampliare la propria sfera d’intervento. Mentre gli individui sono coloro che esistono, producono, fanno. E che vogliono essere liberi. Recuperare l’importanza di questi concetti ricordando l’eredità politica di Margaret Thatcher sarebbe già moltissimo.
Margaret Thatcher, la donna che cambiò le idee dominanti
Scritto il 02/11/2025
da Nicola Porro
