Povertà educativa. Compiti@casa: 254 giovani tutor per 486 studenti contro la dispersione scolastica

Scritto il 30/06/2025
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Nell’anno scolastico appena concluso, 254 studenti universitari hanno supportato nel loro percorso scolastico 486 allievi e allieve di 19 scuole secondarie di primo grado grazie a Compiti@casa, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Attraverso un servizio di tutorato online offerto da studenti universitari formati e retribuiti, il progetto triennale, ideato da Fondazione De Agostini e Università di Torino, punta a dare supporto nello studio a ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo grado con difficoltà di apprendimento, disagio educativo e scarso rendimento scolastico, compresi alunni con background migratorio. Avviato nel secondo quadrimestre dell’anno scolastico 2024-2025, il progetto ha selezionato gli allievi di 19 scuole secondarie di primo grado di Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia, mentre i tutor provengono dai quattro atenei partner: Università di Torino, Università di Messina, Università di Napoli Federico II e Università Sapienza di Roma.

L’impatto. Nel Lazio ha partecipato ad almeno due terzi degli incontri con i tutor il 57% degli allievi e il 76% ha partecipato ad almeno la metà. Quasi nullo il tasso di rinuncia (0,7%) e minima la quota di abbandoni (7,8%). In Piemonte ha partecipato ad almeno due terzi degli incontri il 40% degli allievi e il 60% ha partecipato ad almeno la metà degli incontri. Tasso di rinuncia sotto il 3%. Maggiori difficoltà In Campania e Sicilia: rispettivamente il 30% e il 22% degli allievi ha partecipato ad almeno due terzi degli incontri, con tassi di rinuncia che salgono al 13% in Campania e al 10% in Sicilia, legati non solo a fragilità individuali ma anche a contesti familiari multiproblematici.

Foto Salesiani Mestre

Disuguaglianze. “I ragazzi con le situazioni più complesse da un punto di vista didattico e familiare rischiano di beneficiare solo in parte dei tutorati”, afferma Barbara Guadagni, di Parsec cooperativa sociale e responsabile del progetto. Per questo, in situazioni di estremo disagio l’intervento va accompagnato da un sostegno pratico: “i percorsi più riusciti sono stati quelli in cui è stato possibile stabilire una comunicazione efficace e obiettivi condivisi con famiglie e docenti: un’ulteriore conferma del ruolo degli insegnanti e del valore dell’alleanza tra tutte le agenzie educative del territorio”. Inoltre, l’incapacità di accedere alla piattaforma online dipende spesso dall’assenza di rete o di un computer.

“Tutto questo ci parla di diseguaglianze reali, che incidono sul diritto all’istruzione e sull’accesso ad opportunità di crescita”.

Mettersi alla prova. Suddivisi tra area umanistica e area scientifica, i tutor sono stati 127 per ciascuna area. “L’intervento si è rivelato particolarmente efficace nelle scuole più attivamente coinvolte”, sottolinea Marina Marchisio Conte, professoressa ordinaria di didattica della matematica all’Università di Torino e responsabile scientifica del progetto, “dove la collaborazione ha favorito una reale integrazione del tutorato nel contesto scolastico, grazie all’appoggio dei dirigenti e a un rapporto stretto e continuativo con gli insegnanti”. Ai tutor l’esperienza ha offerto “l’opportunità di mettersi alla prova, esplorare la propria vocazione all’insegnamento, acquisire competenze metodologiche e digitali, sentendosi

parte di una comunità educante orientata al sostegno degli studenti più vulnerabili”.

Età fragile ma legami forti. “Ho scoperto il progetto Compiti@casa tramite uno dei bandi pubblicati dall’Università di Napoli Federico II: mi ha subito colpito perché offriva la possibilità di fare un’esperienza concreta, educativa e sociale allo stesso tempo”, racconta Serena, studentessa dell’Ateneo e tutor in materie umanistiche di tre ragazze dell’Istituto Ristori di Napoli. “Lavorare con studentesse in una fase delicata come quella delle scuole secondarie di primo grado mi permette di confrontarmi con un’età difficile e fragile”, spiega. “Mi piace sentirmi utile mettendo in pratica le conoscenze acquisite durante il mio percorso formativo.

Ovviamente non è semplice, ma ne vale la pena: ogni incontro mi lascia qualcosa”.

Originaria di Nardò (Lecce) e studentessa alla Sapienza di Roma; anche lei tutor in materie umanistiche, Francesca racconta: “Ho provato a rendere le lezioni più interessanti attraverso esempi concreti di come una singola nozione potesse essere importante nella vita reale”. I momenti più belli “sono stati quando mi raccontavano di interrogazioni andate bene e quando mi hanno mostrato le foto della gita.

Per me è stato il segnale che si era creato un legame personale, anche al di là del tutorato”.

(Foto Con i bambini/SIR)

Contesti difficili. Studente all’Università di Torino, Samir (nella foto) è tutor in materie scientifiche di nove ragazze e ragazzi di Novara e Ragusa. “Questa esperienza mi sta facendo capire cosa significhi davvero insegnare”, racconta. “Non facciamo solo lezioni frontali: il progetto offre anche materiali interattivi in un ambiente digitale di apprendimento che stimolano i ragazzi a ragionare, evitando la noia e tenendo alta la loro attenzione. Non ci sono solo le difficoltà scolastiche,

spesso sono ragazzi e ragazze che vivono un contesto educativo più complesso. Questa consapevolezza mi ha spinto a impegnarmi al massimo.

Nel mio percorso universitario ho sostenuto anche esami di didattica, ma fare esperienza diretta è tutta un’altra storia”.

Patto educativo. La partnership di Compiti@casa è costituita da Parsec cooperativa sociale (capofila, Roma), cooperativa sociale Raggio Verde (Novara), Traparentesi aps (Napoli), associazione I Tetti Colorati (Ragusa), nonché dalle quattro università e dalle 19 scuole che operano nelle regioni coinvolte. Previsto anche un servizio di segretariato socio-educativo nelle scuole, per facilitare il rapporto tra famiglie, istituti e servizi territoriali per rafforzare il patto educativo di comunità. La valutazione di impatto sociale è affidata alla Fondazione Bruno Kessler.

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