L'assassinio di Charlie Kirk, l'attivista di estrema destra ucciso nel corso di un suo evento alla Utah Valley University cinque giorni fa, si potrebbe definire il primo attentato digitale della storia, e per questo potrebbe cambiare il corso degli eventi, essere una sorta di spartiacque. Non si era mai visto in passato un atto così intriso di connotazioni social, dalla cultura "gamer" e tipica del dark web di cui era impastato il presunto assassino Tyler Robinson alla corsa al commento sui social, dal politico ai comuni cittadini, tutti impegnati a prendere posizione su una vicenda profondamente divisiva.
Così è scattata la caccia ai commenti violenti e inappropriati, soprattutto da parte di chi in maniera più o meno subdola sembra voler giustificare l'assassinio di Kirk a causa dei presunti messaggi di odio da questi propalati nella sua attività politica di provocatore. Qualcuno ha pagato questa postura con provvedimenti da parte della propria azienda: ha perso il posto di lavoro, tra i tanti, Matthew Dowd, un esperto analista politico della Msnbc, che in un intervento in diretta tv ha detto che "pensieri carichi di odio portano a parole cariche di odio, che a loro volta portano ad azioni cariche di odio. Questo è l'ambiente in cui ci troviamo. Non puoi pronunciare parole terribili senza aspettarti che si verifichino azioni terribili". Un giustificazionismo che è piaciuto pochissimo ai vertici dell'emittente, che hanno risolto il contratto.
La mano più pesante è naturalmente stata usata con chi riveste ruoli direttivi o è impiegato in agenzie governative. Nbc News ha sottolineato che diversi membri dell'esercito sono stati sollevati dai loro incarichi a causa di post discutibili sui social media e che decine di dipendenti civili del Pentagono, sono stati "messi sotto accusa su X".
Tra i più attivi nella caccia alle streghe di sinistra ci sono attivisti, seguaci di Kirk, esponenti di gruppi conservatori e legati al mondo Maga, che segnalano alle autorità esempi di commenti considerati discutibili. Laura Loomer, una fedelissima di Trump che per la verità aveva spesso criticato e sbeffeggiato Kirk, ha scritto su X: "Preparatevi a vedere rovinate tutte le vostre future aspirazioni professionali se siete abbastanza malati da festeggiare la morte di Kirk. Vi farò desiderare di non aver mai aperto bocca". A lei si associa nella caccia Scott Presler, un attivista di estrema destra da oltre due milioni di follower su X, che si è concentrato in particolare sugli insegnanti, scatenando i suoi seguaci a caccia di prof che "festeggiano la morte di Kirk" e poi ha ha condiviso post e profili dei soggetti che gli sono stati segnalati. Per evitare guai, il consiglio scolastico della Florida ha diffuso un memorandum che intima ai dipendenti scolastici di non pubblicare opinioni personali che "possano minare la fiducia degli studenti e delle famiglie che assistono". E qualche insegnante ha già pagato con l'allontanamento o con l'apertura di un'indagine la loro ansia di commento. E l'America più equilibrata (esiste anche quella) si interroga in questi giorni sulla costituzionalità di simili provvedimenti in un Paese dove il primo emendamento tutela la libertà di espressione fino a proteggere addirittura il rogo della bandiera americana. Ma qui in fiamme c'è un intero Paese.