Neonati sepolti in giardino, mostrata foto in udienza. Petrolini lascia l'aula

Scritto il 15/09/2025
da Rosa Scognamiglio

La 22enne di Traversetolo, accusata di aver ucciso i due figli neonati, ha lasciato l'aula ed è tornata a casa. La testimonianza del maresciallo che trovò i resti: "Non sembrava feto, ma un bambino formato"

Chiara Petrolini, la 22enne accusata di aver ucciso con premeditazione i due figli neonati e seppellito i resti nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo (Parma), ha lasciato l'aula dopo che, durante l'udienza di stamattina, sono state mostrate le foto del secondogenito. La giovane è rientrata a casa, dove si trova agli arresti domiciliari da circa un anno. Anche il fidanzato Samuel Granelli, padre dei bambini e parte civile nel proccesso, è uscito dall'aula durante la proiezione delle immagini.

Petrolini lascia l’aula

Una reazione che, forse, nessuno aveva messo in conto. L’imputata è apparsa visibilmente scossa quando sono state mostrate alcune foto del corpicino senza vita del suo secondogenito, ritrovato il 9 agosto del 2024. Quindi ha chiesto di potersi allontanare dall’aula, permesso che le è stato accordato dal presidente della Corte d’Assise di Parma (il giudice Alessandro Conti), dove si celebra il processo. Dopodiché è rientrata per assistere al conferimento della perizia psichiatrica alle consulenti nominate dai giudici, le psichiatre Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli. Poi, come aveva preannunciato in precedenza il suo difensore, l’avvocato Nicola Tria, Petrolini ha lasciato definitivamente l'udienza, rinunciando a presenziare e rientrando a casa assieme al padre.

La testimonianza del maresciallo: "Sembrava un bambino formato"

Nel corso dell'udienza odierna sono stati escussi alcuni testimoni, tra cui il maresciallo dei carabinieri Salvatore Perri, il primo ad arrivare nella villetta di Traversetolo dopo la segnalazione dei resti. "Da padre, non mi sembrava un feto ma un bambino formato" ha raccontato il carabiniere. "Il medico è arrivato successivamente a noi, siamo stati i primi ad arrivare sul posto. - ha precisato - Il bimbo era messo sul fianco". Il militare si è commosso quando sono state proiettate le foto del neonato.

"Tutti escludevano la gravidanza di Chiara"

Il secondo a salire sul banco dei testimoni è stato il tenente colonnello dei carabinieri Domenico Sacchetti, comandante del nucleo investigativo di Parma. Durante la sua testimonianza, il carabiniere ha raccontato di una telefonata intercorsa con il padre di Petrolini, quando ancora non era chiaro cosa fosse successo. L'uomo, che in quel momento si trovava in vacanza negli Stati Uniti assieme alla moglie e i figli, escluse "che la figlia fosse in gravidanza e disse che recentemente aveva avuto il ciclo, non riusciva a darsi spiegazioni". Anche la madre, ha confermato Sacchetti, riferì della perdita di sangue nella tavernetta della casa, dove la ragazza dormiva in estate, legata alle mestruazioni. E l'imputata, parlando al telefono con l'ufficiale, confermò questa versione.

Le intercettazioni ambientali: "Ho fatto tutto da sola"

Nel corso della deposizione, Sacchetti ha spiegato il contenuto delle intecettazioni ambientali raccolte durante le prime indagini. In una la madre dice alla ragazza: "Chiara, come facevi ad andare a lavorare? Così finiamo tutti in galera". Poi la replica della 22enne: "No, ho fatto tutto da sola, ci vado io. Samuel non sa niente". Sentita dagli investigatori, inizialmente la giovane negò qualunque addebito, poi "c'è stata un'ammissione di responsabilità da parte di Chiara Petrolini, a cui i genitori reagiscono con incredulità e lei si giustifica dicendo che non ha ucciso il bambino, ma che il bimbo era nato morto". Riguardo al padre dei bambini, Samuel Granelli, il carabiniere ha evidenziato la sua "assoluta estraneità" ai fatti. "Quando venne informato espresse la sua incredulità, si disse incredulo ed estraneo ai fatti. Non sapeva come spiegarselo", ha sottolneato l'investigatore.

Le ricerche su internet

Come è emerso dalle indagini, durante il periodo di gravidanza Chiara aveva fatto delle ricerche mirate su internet. "Ciò che emerge dalle ricerche che Chiara Petrolini fa, è che è una ragazza molto razionale, che pianifica viaggi, università, si interessa, che non si accontenta del primo dato che emerge, insiste nelle ricerche in argomenti come i viaggi, i concerti, la cucina, così come quelle della gravidanza. - ha raccontato Sacchetti - Sono ricerche di una ragazza normale, figlia dei suoi tempi e della sua età. Fa anche ricerche di farmaci come fosfomicina, loperamide, medicinali contro la diarrea o per malattie cardiovascolari, tutti accomunati dall'uso consigliato in gravidanza". A dicembre del 2023, la giovane avrebbe cercato in Rete "come farsi venire il ciclo" e "quali attività fare in gravidanza". Successivamente si sarebbe informata "come abortire" o "partorire prima" e sulle "emorragie post parto".

La perizia psichiatrica

Oggi è stato assegnato l'incaricaro alle perite della procura per l'accertamento psichiatrico. L'esperte, dai consulenti delle parti, dovranno visitare la 22enne, acquisendo documentazione clinica e processuale per esprimersi sulla capacità di intendere di volere, all'epoca dei fatti, di Petrolini. Le attività cominceranno il prossimo 25 settembre alle 16.30. Le due psichiatre hanno chiesto un termine di 90 giorni alla Corte di assise, presieduta dal giudice Alessandro Conti. Saranno chiamate a testimoniare al processo il 2 febbraio 2026.