Taglio dell'Irpef, rottamazione delle cartelle, aiuti alle famiglie e ai lavoratori. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ieri ha parlato a tutto campo della manovra di bilancio il cui cantiere entrerà nel vivo a partire dalle prossime settimane, vale a dire dopo che il 22 settembre l'Istat pubblicherà i conti pubblici nazionali e da lì si potranno ricavare le risorse disponibili in bilancio. Il capo del Tesoro ha confermato che la riduzione dell'Irpef per i redditi fino a 60mila euro e la rottamazione saranno al centro del dibattito: "Il nostro obiettivo è fare queste cose, naturalmente seguendo una lista di priorità", ha spiegato nel suo intervento alla festa nazionale dell'Udc, sottolineando che "tutti gli impegni internazionali connessi alle spese della Difesa, al sostegno all'Ucraina non sono gratis e che quindi sono un elemento nuovo che dobbiamo considerare".
Giorgetti ha escluso la necessità di una manovra correttiva, spiegando che il governo era già stato previdente nel contemplare nelle sue stime i riflessi della guerra commerciale per cui "ci sentiamo di confermare le previsioni macroeconomiche fatte in questi anni". In settimana "abbiamo scoperto di essere più bravi tra i big nel rispetto delle regole europee, cose incredibili soltanto poche settimane fa". Quindi "non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella giusta". L'Italia, peraltro, aspetta con fiducia venerdì prossimo quando Fitch si esprimerà sui suoi conti pubblici e potrebbe decidere di aumentare la sua valutazione su Roma.
Il ministro, che ha citato Margaret Thatcher spiegando di non voler sprecare i soldi delle tasse dei cittadini, ha poi ribadito che l'intendimento dei partiti di maggioranza è di "andare incontro alle famiglie e ai lavoratori tenendo conto che è nostro dovere restituire la capacità di affrontare, specialmente alle famiglie numerose e quelle con figli, le spese che inevitabilmente sono connesse al mantenimento del nucleo familiare, a partire dalle spese scolastiche e non solo".
Nel reperimento delle risorse, ci vogliono 4 miliardi solo per i tagli all'Irpef, l'obiettivo dell'esecutivo sarà anche quello di razionalizzare il più possibile la spesa per "ridurre le tasse il più possibile". Quanto al capitolo del famoso contributo dalle banche, che ha creato tensione in maggioranza con Forza Italia, il ministro ha detto che l'idea sarà oggetto di "valutazioni politiche" che "saranno fatte soltanto quando il quadro di priorità, e basta aspettare due settimane, sarà definito. Non lo posso fare soltanto io perché non sono un dittatore finanziario, sono semplicemente un servitore di quella che è la volontà politica condivisa da parte dei partiti". Intanto il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ieri a un evento dei giovani del partito ha detto che una "tassa sugli extraprofitti" sarebbe una cosa "da regime comunista". E sul tema degli istituti di credito ha detto che "le banche e le altre imprese devono pagare le tasse e devono dare un contributo allo Stato e ai cittadini in base alle loro possibilità. Questo si può fare con un dialogo e non con la minaccia". Una posizione che, in ogni caso, lascia aperta la possibilità di trovare un accordo in maggioranza quanto in seno al sistema bancario, già in passato chiamato a dare un contributo. Tornando però a Giorgetti, sul tema banche ha parlato anche di "rivedere il sistema di garanzie pubbliche" per facilitare i prestiti alle Pmi. Questo, in particolare, è avvenuto nel periodo del Covid. In tal senso Giorgetti ha detto che "ci rendiamo conto, e lo sanno tutti quanti, che questo non è un sistema che deve essere ordinario altrimenti diventa innaturale, patologico".