All'inferno e ritorno. Viaggio nei gol che hanno fatto la storia del Milan

Scritto il 15/09/2025
da Marco Zucchetti

Le reti raccontate dalle cronache d'autore dell'epoca, con foto inedite e link ai video

In un'altra era calcistica, quando il pallone aveva ancora un'anima e il tifo innervava città e famiglie senza l'effetto anestetico di Var, «spezzatino» e fondi di investimento, ogni gol era un gioiello da custodire nella memoria. Prima che diventasse spettacolo e business, infatti, il calcio era emozione pura e a Milano la domenica pomeriggio e nelle sere di coppa si respirava elettricità. Così il gol, zenit della gioia, ti si inchiodava nel cervello e diventava parte di ogni tifoso, una pagina indelebile in un'esistenza di passione.

Nasce da qui, da questa profonda comunanza sentimentale con il tifoso - in questo caso milanista - il libro (assai speciale) che viene presentato oggi alle 19 al JustMe, l'ex Just Cavalli sotto la Torre Branca al Parco Sempione. «125 top gol del Milan» (Santelli editore, 145 pp, 19 euro), infatti, non è una semplice carrellata di reti storiche, ma un viaggio multimediale nel tempo per riprovare i brividi dell'esultanza per i colori del Diavolo. A fare da Caronte nell'inferno rossonero i tre autori: Luca Serafini, Marco Dell'Acqua e Massimo M. Veronese, già storica firma di questo Giornale.

Si dirà: è l'ennesima strenna editoriale in occasione del 125esimo anniversario del club fondato nel 1899 da Herbert Kilpin. Errore. «È un prodotto storico - spiega Veronese -, abbiamo selezionato gol memorabili, gol che hanno portato trofei e scudetti, gol esteticamente da incorniciare, gol con un significato particolare. Il tutto raccontato con le citazioni dei grandi giornalisti che ne scrissero all'epoca». I commenti, tra gli altri, di Gianni Brera, Sandro Ciotti e Giovanni Arpino, dunque, accompagnano gli scatti - spesso inediti - di Gianni Buzzi, per trent'anni fotografo ufficiale del Milan. A completare quella che è una vera e propria Odissea del gol, anche le figurine Panini e i QR code con cui si può visualizzare il video della rete. Abbastanza per far godere ogni tifoso rossonero, soprattutto quelli con un po' più di gavetta sugli spalti che oggi vivono con il magone la deriva «made in Usa» del club.

Gli spoiler sono vietati, ma tra le chicche ci sono i gol ad avversari impossibili come il Grande Torino o il Bologna «squadrone che tremare il mondo fa»; ci sono le reti di Altafini che portarono in bacheca la prima Coppa dei Campioni nel '63, le magie di Rivera, Mark Hateley che sale in cielo e inchioda Zenga in un derby dell'84, Gullit a Napoli, Rijkaard che punisce il Benfica. E ancora i coast-to-coast di Weah e Theo, Giroud che si è girato, fino ad Abraham che regala la Supercoppa 2025.

Il bello, per chi ancora è posseduto dal sacro fuoco della fede rossonera, è perdersi in questo modo nei ricordi. «Qui ero in curva e a momenti volo di sotto, qui ero al bar, questo l'ho sentito alla radio al banchetto di nozze di mio cugino...». Così, mentre confido a Massimo che i tre a cui sono più affezionato sono la rovesciata di Van Basten con il Goteborg, il missile terra-aria di Seedorf per il 3-2 in rimonta in un derby e il pallonetto dalla linea laterale del genio Savicevic in finale di Coppa Campioni del '94 (ma solo perché il palla-da-una-parte-portiere-dall'altra di Sheva in finale 2003 contro la Juve era dal dischetto...), anche lui mi confida i suoi: «Kakà che semina il panico all'Old Trafford, Shevchenko che centra l'incrocio di Buffon e un gol minore: Chiarugi nella finale di Supercoppa di andata del '73. L'Ajax di Cruyff era ingiocabile, attaccò tutta la partita, tiravano solo loro. Io la stavo sentendo alla radio e al gol dei ragazzi lanciai in aria il transistor per la felicità. Si sfasciò, e così scoprii il risultato finale molto dopo, roso dall'ansia. Va beh, poi al ritorno vinse l'Ajax 6-0. Ma che ricordi...».