Forse non è il caso di tirare in ballo Erasmo da Rotterdam con il suo Elogio della Follia, ma è un fatto che la Juventus sia tornata nelle parti alte (quasi altissime) della classifica. Battute nello spazio di una settimana Bologna e Roma – ovvero due squadre che avrebbero potuto metterla seriamente in difficoltà, quasi estromettendola da ogni sogno di gloria di qui a maggio – i bianconeri hanno adesso di fronte a sé cinque partite per immaginare appunto uno scenario ‘folle’: iscriversi nuovamente alla corsa scudetto, obiettivo che dopo il ko di Napoli dello scorso 7 dicembre pareva obiettivo del tutto irrealistico.
Invece, tutto è ancora possibile in un campionato che al momento non ha trovato alcun padrone né espresso valori assoluti: Pisa, Sassuolo e Cagliari in trasferta, Lecce e Cremonese in casa saranno le avversarie che Locatelli e compagni dovranno affrontare prima del big match con-tro lo stesso Napoli del prossimo 25 gennaio. Nessuno scontro diretto, tante trappole ma anche la possibilità di fare percorso netto: in caso di en plein – ma forse anche qualcosa di meno – la Signora potrebbe trovarsi a ridosso della vetta o comunque non troppo lontana dalla stessa.
«Non voglio sentire parlare di partite facili, altrimenti mordo», il manifesto di Spalletti. Ringalluzzito, entusiasta a tratti ma anche con i piedi ben piantati per terra nella consapevolezza che il suo gruppo possa migliorare ancora parecchio: nella personalità e nel desiderio di non accontentarsi mai, per esempio, ma anche nella capacità di trasformare velocemente l’azione da difensiva in offensiva. Oltre che nelle verticalizzazioni e nelle conclusioni a rete: nel frattempo, costretto a fare a meno di Vlahovic, ha recuperato alla causa David e Openda che, pur con tutti i limiti del caso, si sono resi utili e non suonano più come un peso: con Bremer al centro della difesa (dove però si è di nuovo fermato Rugani) e un Yildiz «che non sa nemmeno lui quanto è forte», la Juve è lì. A pochi passi dal vertice: pronta a immaginarsi follemente in lizza (anche) per il tricolore.