Cnpr forum: liste d’attesa, fondi e personale: quale cura per il servizio sanitario?

Scritto il 15/09/2025
da Luca Romano

Misiani (Pd): “Circa sei mln di italiani rinunciano alle cure”. Mascaretti (FdI): “Con governo Meloni un aumento di oltre 10 mld per il Fondo sanitario nazionale”. Del Barba (IV): “Non solo carenza medici e personale sanitario anche strutture datate e inefficienti”. Cattaneo (FI): “Sì alla sanità integrativa e a una collaborazione virtuosa pubblico– privato”

“I dati sono allarmanti e non possono lasciarci indifferenti: secondo Inapp due milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, mentre le stime Istat parlano addirittura di 5.800.000 cittadini. Siamo di fronte a una violazione gravissima di un principio costituzionale, sancito dall’articolo 32, che riconosce la salute come diritto universale e inviolabile”.

Lo ha dichiarato Antonio Misiani (Pd), vicepresidente Commissione bilancio del Senato della Repubblica nel corso del convegno ‘Liste d’attesa, fondi e personale: quale cura per il servizio sanitario?’ promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

Come Pd ci battiamo con forza per invertire questa deriva. Il nodo centrale è quello delle risorse: negli ultimi anni il Servizio Sanitario Nazionale ha subito un progressivo definanziamento. Le risorse stanziate sono aumentate in valore assoluto - ha aggiunto Misiani -, ma non in linea con la crescita del PIL, tanto che nel 2025 il fondo sanitario nazionale, in rapporto al prodotto interno lordo, ha toccato il livello più basso dal 2010. È indispensabile riportare il finanziamento pubblico della sanità italiana almeno alla media europea. Solo così potremo garantire stabilità e prospettiva al sistema: più fondi strutturali, più personale, investimenti concreti sulla medicina territoriale e di prossimità. È questa la strada per restituire ai cittadini sanità realmente equa ed efficace”.

Secondo Andrea Mascaretti (Fratelli d’Italia), vicepresidente Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, “il governo Meloni ha già compiuto passi significativi per la sanità e lavora con determinazione per costruirne una migliore, avendo ereditato una situazione disastrosa dai precedenti Governi. Quando Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Chigi, il Fondo sanitario nazionale era pari a 126 miliardi, nel 2025 ha raggiunto i 136 miliardi e 500 milioni, con un incremento di oltre 10 miliardi. Più di quanto mai stanziato in precedenza. L’ultimo Piano sanitario nazionale risale al 2011, durante un esecutivo di centrodestra. Nei successivi 11 anni, i governi delle forze politiche che ora sono all’opposizione, non sono stati in grado di approvarne uno. Ora - ha sottolineato Mascaretti -, stiamo lavorando per scriverne uno nuovo, per garantire agli italiani una sanità più vicina, equa, efficiente. Intanto, abbiamo stanziato 870 milioni di euro per aiutare le regioni ad abbattere le liste d’attesa e, per affrontare la grave carenza di personale ereditata, abbiamo avviato un piano triennale di assunzioni che prevede l’ingresso di 10mila medici e 20mila infermieri: un’operazione straordinaria per rafforzare il Servizio sanitario nazionale”.

Critico Mauro Del Barba (Italia Viva), segretario Commissione Finanze a Montecitorio: “Il quadro è allarmante: non solo sempre più cittadini rinunciano a curarsi, ma in molti casi non viene nemmeno consentito di iscriversi nelle liste d’attesa per visite ed interventi, negando così prestazioni essenziali. È la dimostrazione che il nostro sistema sanitario ha bisogno di un profondo rinnovamento strutturale. Le criticità riguardano non soltanto la carenza di medici e operatori sanitari, ma anche di strutture territoriali, ormai ‘datate’, che alimentano inefficienze sotto gli occhi di tutti. La sanità - ha ribadito Del Barba - rappresenta uno degli ultimi baluardi di coesione sociale, un presidio fondamentale che lo Stato deve garantire, e rimane ancora un vanto del welfare italiano ed europeo: non possiamo permetterci ulteriori arretramenti. Le soluzioni esistono, ma faticano a concretizzarsi. In particolare, per la professione infermieristica servono misure capaci di trattenere i professionisti in Italia, offrendo servizi gratuiti e incentivi aggiuntivi in busta paga, così da arginare quel ‘dumping’ che spinge molti lavoratori a cercare migliori opportunità all’estero”.

Su quanto sia prioritario per i cittadini il tema della sanità si è espresso Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia nella Commissione parlamentare per le questioni regionali: “La salute dei propri cari è sempre al primo posto nelle preoccupazioni dei cittadini. La sanità resta dunque un tema centrale, su cui stiamo investendo risorse significative e portando avanti una riflessione di ampio respiro. Forza Italia ha un piano articolato: stiamo ripensando il ruolo dei medici di base, della medicina territoriale, dei grandi hub sanitari e delle eccellenze, per renderli più vicini ai bisogni reali delle persone. Una parte importante della spesa – ha evidenziato Cattaneo deve essere destinata alla prevenzione, alla gestione della cronicità e a un maggiore ricorso all’assistenza domiciliare. Non si tratta solo di aumentare i finanziamenti, ma di riorganizzare il sistema, affrontando sfide nuove con strumenti nuovi. Abbiamo posto le basi per costruire risposte solide e durature. Sì alla collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, sì a una sanità integrativa capace di sostenere il sistema nazionale. Demonizzare il privato è sbagliato: l’obiettivo deve essere una sinergia che garantisca cure più accessibili, moderne ed efficienti per tutti i cittadini”.

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Massa Carrara: “Frammentazione tra Regioni, disparità di servizi, difficoltà nello scambio dei dati e migrazione sanitaria è questa oggi la fotografia della sanità regionalizzata. E’ necessario ripensare a un sistema più armonico e unitario di gestione delle prestazioni per arginare il costante aumento del numero di italiani che rinunciano alle cure per motivi economici e per le interminabili liste d’attesa. Servono misure urgenti per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e per rafforzare la fiducia nel nostro sistema sanitario.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “La sanità pubblica è un diritto costituzionalmente tutelato e merita un approccio serio, fatto di idee e programmi concreti, non di polemiche sul passato. Il modello regionale introdotto nel 1978 può restare, ma necessita di un profondo perfezionamento nella pratica dell’erogazione dei servizi. Non basta aumentare i fondi: serve una progettualità capace di tradurre davvero il principio della medicina territoriale, superando l’impostazione legata alla sola figura del medico di base. Occorre ripensare il reclutamento del personale sanitario, migliorandone anche il trattamento economico, per garantire un sistema moderno, efficiente e in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini. Solo così sarà possibile ridare fiducia ai cittadini, contrastare le disuguaglianze territoriali e rafforzare un welfare che rappresenta ancora uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia”.