Francesca Donato non ci sta. Ha sempre rigettato l’idea del suicidio del marito. L’architetto Angelo Onorato è stato trovato senza vita a 54 anni il 25 maggio 2024 con una fascetta stretta al collo all’interno della sua auto in una parallela dell’autostrada A29 Palermo - Mazara del Vallo, sulla circonvallazione del capoluogo. Una morte con tanti misteri ancora irrisolti, una morte che ha gettato nel dramma un’intera famiglia. L’ipotesi di omicidio si è arenata tra le indagini, il filone del suicidio resta ancora aperto. "L’ipotesi dell’omicidio non è affatto esclusa, così come rimane non esclusa l’ipotesi del suicidio", commenta l’avvocato Vincenzo Lo Re del Foro di Palermo, incaricato dall’ex europarlamentare di seguire le indagini sulla morte del marito.
Il rigetto dell’archiviazione
"Nella motivazione con la quale inizia la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Palermo – evidenzia Lo Re – si legge: “Le indagini non hanno consentito di individuare seri, concreti e specifici elementi a carico di alcuno e neppure è stato possibile escludere che il decesso sia stato frutto di una scelta autonoma dello stesso Onorato”. La sostanza è che, nel termine massimo previsto per le indagini, non sono stati trovati elementi di certezza indiscutibili a favore di una o dell’altra ipotesi". È da qui si riparte per cercare una verità giudiziaria ogni oltre ragionevole dubbio.
Tutti i sospetti
Ci sono dubbi su eventuali tracce di Dna sulla fascetta, stretta intorno al collo, unicamente alla sola vittima perché secondo i familiari: "il dato non appare decisivo, perché non terrebbe in considerazione l'ipotesi di un killer che, certamente, avrebbe utilizzato dei guanti". E ancora. "Come potrebbe essersi stretto quella fascetta senza lasciare le sue impronte?", si domandano i famigliari che proseguono la loro battaglia giudiziaria per arrivare alla verità sulla misteriosa morte di Onorato. Sull’auto sono state trovate altre impronte:"sono state rilevate ma nelle carte si legge che non sono state ritenute idonee per la comparazione. Dall’autopsia risultano ecchimosi ed escoriazioni sul volto e sulle braccia, compatibili con uno “strangolamento eteroindotto”, spiega la famiglia.
Il testimone
Al legale della Donato è stato consegnato un fascicolo di oltre duemila pagine "che stiamo leggendo con attenzione prima di formulare le nostre considerazioni", spiega l’avvocato Lo Re che poi annuncia una rivelazione. "Posso anticipare che un testimone dichiara che Onorato si confidò con lui, dicendo che nel mese di marzo si era accorto di essere stato pedinato da due persone e di essere preoccupato per la sua incolumità". Secondo il testimone Onorato, ben due mesi prima di morire, avrebbe avuto paura. Di chi? O di cosa però, sarà necessario ricostruirlo con altre approfondite indagini.
In cerca della verità
"Ad un anno dalla morte violenta di mio marito Angelo, io ed i miei figli continuiamo ad attendere con fiduciosa speranza un riscontro dalle indagini ancora in corso, che faccia luce sulla verità e ponga fine alle fantasiose speculazioni circolate sulla vicenda. In una città difficile, dove la violenza e la mentalità mafiosa continuano a mietere vittime tra cittadini innocenti, credo che la soluzione di questo caso sia la risposta che non solo noi familiari, ma la città tutta attende per poter continuare a credere nella giustizia e nello Stato", aveva dichiarato a maggio la Donato nel giorno dell’anniversario della morte del marito